CSI - Centro Sportivo Italiano - Comitato di Milano

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Arbitri CSI

Le regole per amore dello sport

Lo stile dell’Arbitro CSI

1.    Condividere la passione per lo sport

La maggior parte di coloro che sceglie di intraprendere il percorso formativo per Arbitri di Comitato è un ex giocatore, un atleta, un appassionato di sport. La decisione di mettersi dall’altra parte, anzi “sopra” le parti, spesso scaturisce da una passione, grande e forte, frutto di una bella esperienza in campo, che, quindi, non si conclude, ma assume una veste diversa.
Scegliere di diventare arbitri vuol dire impegnarsi a far si che tanti altri, giovani e meno giovani, possano sperimentarsi sui campi da gioco, perché senza l’arbitro, ormai tutti lo sappiamo, la partita non si può giocare!

2.    Educare allo sport e alla legalità
Un arbitro educa? Sì. In primis ad apprezzare la bellezza dello sport che deve essere giocato secondo delle regole, condivise, frutto di confronto ed esperienza. Regole che hanno radici lontane, che negli anni si sono affinate per permettere un gioco migliore e più corretto.
Educa ad uno sport che può accompagnare giovani e meno giovani a sperimentare cosa vuol dire il rispetto dell’altro, il rispetto condiviso di uno stile, di un modo di divertirsi, di appassionarsi ad una disciplina sportiva.

3.    Insegnare ad accettare la vittoria e la sconfitta
Nel gioco è così. Si vince e si perde. Un arbitro, che con precisione, passione e competenza arbitra una partita nel migliore dei modi, aiuta i ragazzi ad accettare la sconfitta che in nessun modo potrebbe essere imputata ad un errore dell’arbitro. Si perde per tanti motivi. Imparare ad individuarli e quindi ad affrontare l’errore o la mancanza, permette alla squadra o al singolo atleta di crescere e migliorarsi.

4.    Condividere un’esperienza di gruppo
Guardando dagli spalti qualcuno potrebbe pensare che l’arbitro è solo, ad arbitrare ed a vivere il suo ruolo. Fortunatamente, in Csi non è proprio così! Gli arbitri si trovano a vivere una dimensione comunitaria, dove il confronto, il supporto e la condivisione hanno un peso rilevante. Riunioni ed incontri formativi riescono a far vivere una dimensione associativa che sostiene il loro servizio nei campi, quando incontrano altri gruppi. Squadre e società sportive che si affidano all’arbitro per poter giocare al meglio una partita!

5.    Crescere in termini tecnici e personali
Diventare arbitro vuol dire mettersi continuamente in gioco, formarsi e crescere. I regolamenti cambiano, la richiesta di impegno, professionalità e competenza impongono a ciascuno di fare un passo in più, per essere sempre pronti ad affrontare le infinite variabili di gioco.

6.    Ampliare le relazioni
Ogni partita arbitrata permette di incontrare gente nuova, ragazzi, giovani ed adulti che condividono la passione per uno sport di valore. 
Incontrare gente permette di intessere relazioni, di conoscere e condividere la bella esperienza sportiva che insieme si sta vivendo. 

7.    Divertirsi
Nessuno dovrebbe essere obbligato a fare l’arbitro. Verrebbe a mancare un pilastro fondamentale per svolgere questo compito… arbitrare deve essere sinonimo di divertimento, divertirsi a veder ragazzi e ragazze giocare uno sport che sempre ha entusiasmato e fatto divertire in prima persona.

8.    Promuovere i valori fondamentali dello Sport
Le parole di Giovanni Paolo II ben spiegano cosa un arbitraggio leale e corretto può fare: “Grande importanza assume oggi la pratica sportiva, perché può favorire l’affermarsi nei giovani di valori importanti quali la lealtà, la perseveranza, l’amicizia, la condivisione, la solidarietà”. (Dall’Omelia per il Giubileo dello sportivo del 2000)

9.    Appartenere ad una nuova famiglia
Il CSI è una grande famiglia che sembra, alle volte non avere confini. Una famiglia che ritroviamo in moltissime zone dell’Italia, ma anche all’estero. Insomma la bandiera blu-arancione sventola su molti campi e ricorda continuamente un’appartenenza che lascia spazio a tutti.

10.    Porsi a servizio degli altri

È il valore aggiunto. 

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