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Siamo preoccupati per le aggressioni fisiche agli arbitri

17 febbraio 2023

Ciascuno sia sincero.
Immaginate di essere un arbitro. Tronereste in campo ad arbitrare dopo essere stati aggrediti fisicamente durante una partita? 

Siamo preoccupati. Molto preoccupati. Nei campionati di calcio nelle ultime 5 giornate abbiamo registrato 4 aggressioni fisiche agli arbitri oltre ad alcuni episodi di violenza verbale. Per prima cosa vogliamo esprimere tutta la solidarietà e la vicinanza ai direttori di gara vittime di questi comportamenti “allucinanti”.

Ma non basta.
Qualche ulteriore ragionamento dobbiamo condividerlo. 

Le aggressioni non hanno visto per protagoniste squadre di gruppi sportivi spontanei o di ragazzi messi insieme all’ultimo momento. Si tratta di aggressioni avvenute su campi di società sportive “a tutto tondo del CSI” e prevalentemente d’oratorio. Capiamo che questo, non dovrebbe, ma può capitare. Capiamo bene che chiunque può avere in squadra qualche “ragazzo difficile” capace di arrivare addirittura a questi comportamenti gravissimi. Lo capiamo perché siamo noi i primi a chiedervi di accogliere tutti, anche quelli che probabilmente potrebbero creare qualche problema.

Ma così rischiamo di suicidarci.
Gli arbitri sono pochi e lo sappiamo. Fanno salti mortali per coprire le gare, e li fanno davvero. Bene, se li ripaghiamo con “aggressioni, insulti e comportamenti deplorevoli…” è facile immaginare cosa succederà. Accadrà che gli arbitri “aggrediti” magari lasceranno divisa e fischietto e ai loro colleghi passerà un po’ la voglia di arbitrare anche 3 o 4 partite a week end.

Ovviamente non si tratta solo di questo. In gioco c’è la nostra credibilità educativa.
Come possiamo essere credibili se nei nostri campionati iniziano a verificarsi sistematicamente aggressioni arbitrali ed episodi di questa gravità? A dir la verità potrebbe soffiare un vento di sfortunate coincidenze. 4 aggressioni in 5 settimane sono tante. È pur vero che sino ad oggi non abbiamo avuto il sentore di campionati particolarmente “violenti” e tutto era filato quasi liscio. Ma prevenire è meglio che curare. Non possiamo pensare a campionati ad alto tasso di incoerenza educativa dove predichiamo valori umani e cristiani e poi sul campo si verificano episodi di questa gravità.

Cosa fare in concreto al di là delle parole e riflessioni?

Sabato e domenica vorrei che gli arbitri trovassero su ogni campo un’accoglienza speciale. Inventatevi voi qualcosa. Ma fategli sentire affetto, accoglienza, gratitudine, solidarietà. Poi vorrei che le società sportive protagoniste di questi episodi scrivessero una bella lettera ai direttori di gara, li invitassero ad un momento di confronto, li invitassero ad una cena societaria e prendessero le distanze pubblicamente da quello che qualche loro tesserato ha commesso.

Vorrei anche che tutti riflettessimo in ogni società sportiva su episodi come questi.
Non vogliamo campionati perfetti. Non vogliamo allontanare tutti quei ragazzi e quelle ragazze un po’ problematici e complicati solo per il rischio che in qualche partita possano “sbroccare”. Non vogliamo prendere le scorciatoie del tutto perfetto. Ma quando si arriva all’aggressione fisica le cose cambiano e diventano pericolose. Sono episodi che ovviamente vanno condannati senza sé e senza ma …Ma questo non basta. Sono episodi che devono scomparire dai nostri campionati. 

Massimo Achini

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