Un progetto fatto d'amore e di sport
E' cominciato tutto così…
Haiti dista 1142 km chilometri da Miami.
In pratica meno di due ore di volo.
Haiti è il paese meno sviluppato dell'emisfero settentrionale e uno dei più poveri al mondo. Haiti occupa la 153ª posizione su 177 paesi classificati in base all'Indice di sviluppo umano. Circa l'80% della popolazione vive in una condizione di povertà degradante, il 54% vive con meno di un dollaro al giorno, posizionando così il paese al penultimo posto nel mondo nella relativa classifica.
Follie incomprensibili della società del nostro tempo.
Parte della popolazione mondiale vive in condizioni di " ricchezza" (tra questi ci siamo anche noi, anche se ci lamentiamo per la crisi e la Spending review). Un'altra parte della popolazione mondiale vive invece in condizioni di povertà (e spesso non si lamenta ma ringrazia Dio ogni giorno per il dono di essere vivi). Tra queste c' è anche il popolo haitiano.
Come si vive ad Haiti è difficile da spiegare. L'età media di vita supera di poco i 30 anni. Dimenticata da tutti e dal mondo, colpita dalla tragedia di un terremoto travolgente, alle prese con epidemie di colera e con “baraccopoli” che ospitano oltre 250 mila persone, la capitale del paese sembra appartenere ad un viaggio nel tempo che riporta indietro di almeno 100 anni.
Qui persino giocare è un lusso. I bambini non hanno palloni da rincorrere, non hanno spazi in cui giocare (sembra assurdo ma è così!) non hanno magliette da indossare...
Francamente aprire il CSI ad Haiti sembrava una "follia" prima di tutto a noi. Ci riusciremo? Saremo in grado? Dove troveremo le risorse?
Quella follia abbiamo scelto di condividerla, a partire da Settembre 2011, con tutta l'associazione. Come è andata a finire? Semplice. Abbiamo realizzato l’impossibile.
Dal 2011 ogni estate un numero sempre maggiore di volontari provenienti dalle società sportive del Centro Sportivo Italiano sono partiti, con lo stemma del CSI sulla maglietta e una missione: portare gioia e speranza con un pallone nei luoghi più difficile del mondo.
Ogni anno allenatori e animatori così matti da pagarsi il biglietto del viaggio e da stare almeno 15 giorni ad Haiti impegnandosi a far giocare ragazzi e ragazze degli orfanotrofi, dei quartieri più disagiati, di centri comunitari e di oratori haitiani.
Dalle poche centinaia di bambini delle prime missioni la realtà è cambiata molto. Dall’estate 2014 quasi 1000 bambini ogni giorno sono impegnati con i nostri volontari in attività sportive e animazione, dal mattino alla sera.
Dal 2013 viene realizzata la Giornata Nazionale dello Sport allo Stadio, una giornata all’insegna del gioco e dell’animazione per 1000 bambini di strada haitiani.
Cosa vuol dire portare lo sport ad Haiti non è facile da spiegare.
Bisognerebbe essere lì per provare a trovarsi assaliti da bambini che non hanno niente ma che ti regalano gioia, sorrisi, abbracci a non finire.
Bisognerebbe essere lì per vedere da vicino gente che vive in condizioni disumane "saltare di gioia" per l'idea di mettere insieme una squadretta che giochi qualche partitella di quartiere.
Emozioni uniche, che solo vissute rendono pieni i cuori e felici le persone.
Ma come sapete il CSI non c'è solo ad Haiti.
In giro per il mondo (Africa, sud America, est Europa), oggi ci sono circa 15 progetti internazionali realizzati dai comitati del Centro Sportivo Italiano.
Il bello è che non abbiamo nessuna intenzione di fermarci.
Dall’estate 2015 i volontari del Centro Sportivo Italiano sono impegnati anche in Camerun e Albania, per provare a ripetere il sogno che si è avverato ad Haiti.
Perché andare così lontano per portare lo sport come strumento educativo?
Perché andare ad Haiti (o in altri paesi) significa semplicemente aprire la nostra finestra sul mondo e andare dove c'è bisogno di esserci. Difficile ma possibile. Perché i bambini sono bambini, in ogni parte del mondo.
E quindi perché fermarsi dopo Haiti?
Intanto il CSI ad Haiti oggi c'è! Sino a qualche anno fa questo sembrava follia. E allora perché non essere folli ancora una volta pensando che tutto questo può ripetersi ancora? Perché non sognare che in Camerun e in Albania i bambini ed i ragazzi di strada non potranno tra qualche anno vivere quello che i loro coetanei haitiani hanno vissuto durante le missioni di Volontariato Sportivo Internazionale del CSI?! Perché non estendere, infine, ogni anno a nuove realtà sparse nel mondo la nostra proposta di sport e di vita?!
La morale è semplice.
Credete sempre nell'impossibile. Lanciate ai vostri ragazzi sfide e proposte impegnative che li costringano a sporcarsi le mani con la vita. Difficilmente resterete delusi.
È quello che è capitato a noi. Ci abbiamo provato e ci avete sorpreso ancora una volta. Ad aprire il CSI ad Haiti, in Camerun e in Albania non siamo stati noi. Siete stati voi! E dovete esserne orgogliosi!!!
Apriamo dunque nuove strade per portare nel mondo tutto questo, noi e voi…insieme.
Giocare per credere...