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Carcere: 700 ore di sport dietro le sbarre

Si conclude (per ora) "liberi di giocare"

Lo sport come strumento educativo nelle carceri”. È questo il tema del convegno organizzato dal Csi Milano lunedì 22 maggio presso il carcere di San Vittore. L’evento è stato l’atto conclusivo del progetto “Liberi di Giocare” realizzato, grazie al finanziamento della Fondazione Comunità di Milano, all’interno della Casa Circondariale Francesco Di Cataldo di Piazza Filangeri e dell' Istituto di Pena Minorile Cesare Beccaria.

Numerosi sono stati gli ospiti illustri al convegno coordinato da Fabio Pizzul, tra i quali Lamberto Nicola Giorgio Bertolè, assessore al Welfare e Salute del comune di Milano, Elisabetta Palù, Filippo La Legname e Don Marco Recalcati rispettivamente vicedirettrice di San Vittore, vicecomandante della Polizia Penitenziaria del carcere milanese e cappellano. Hanno partecipato anche Rossella Sacco, membro del cda della Fondazione Comunità di Milano, il presidente regionale CIP Lombardia Pierangelo Santelli e Iacopo Mazzetti, Legacy e Sustainability Manager di Fondazione Milano Cortina 2026.

L’intervento iniziale della coordinatrice del progetto, Lucia Teormino, ha fornito le coordinate sulle quali è stata orientata la discussione: le discipline proposte negli istituti coinvolti (calcio, pallavolo, ginnastica) per oltre settecento ore di sport nell’arco dei due anni di progetto. Circa una trentina gli istruttori Csi presenti al Beccaria e a San Vittore per organizzare l’attività sportiva concepita come sessioni di allenamento e amichevoli laddove le condizioni lo hanno reso possibile. Davvero significativi gli interventi dei relatori, a partire dall’assessore del Comune di Milano e dalla vicedirettrice del penitenziario di San Vittore, tutti concordi nel ribadire la necessità dello sport all’interno degli istituti di pena e la grande funzione educativa e di riscatto assolta da una buona pratica sportiva.

A fronte di una discussione, arricchita dalla testimonianza di alcuni istruttori CSI (Martina Cocchia, Simone Gioia e Antonio Francesco Monterisi), è emersa la novità che il Csi intenderà portare avanti durante la prossima stagione, definita dal presidente Massimo Achini in termini di “Evasione sportiva”. Si tratta di un’azione progettuale che prevedrà l’inserimento di alcuni detenuti a fine pena nelle società sportive del CSI per favorire il processo di risocializzazione e integrazione. Un’idea accolta con grande favore sia dai responsabili degli istituti penitenziari, sia dagli istruttori impegnati nel progetto “Liberi di Giocare”.  

Come sempre la realtà parte da un’intuizione che all’inizio sembra impossibile. Certo il percorso che ci apprestiamo ad intraprendere prevede fatiche e non pochi ostacoli… Ma il Csi non si ferma. 

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