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Un anno di Consulta per la Disabilità

Incontro con Delpini e Convegno di spessore

"Ma perché quando io ascolto musica dite che faccio musicoterapia, e quando la ascoltano i miei compagni dite solo musica? Perché se io dipingo dite che faccio arteterapia, e se lo fanno i miei compagni dite solo arte? Perché se vado a cavallo dite che faccio ippoterapia e se ci vanno gli altri dite solo che vanno a cavallo?". 

Queste domande, che si fermano tra la gola e lo stomaco, sono quelle di un bimbo disabile, e sono state riportate da Mira Sannipoli, ricercatrice in didattica e pedagogia Speciale all'Università di Perugia, relatrice al convegno organizzato dalla Consulta Diocesana per la Catechesi e la Disabilità sabato 21 maggio presso il Centro dei Padri Oblati di Rho. Perché porre l'accento sulla diversità? È stata questa una delle domande che la consulta ha posto provocatoriamente al suo auditorio durante il convegno, andando anche oltre e lanciando un appello: non fermarsi alla straordinarietà di azioni di assistenza e aiuto, ma andare oltre nelle vere relazioni ordinarie... costruire legami, essere amici. Ecco la vera svolta culturale, il vero cambio di sguardo su cui la consulta nei giorni del suoi primo compleanno ha voluto porre l'attenzione con una mattinata di riflessioni da parte di autorevoli ospiti, e di racconti di famiglie, ragazzi, associazioni, gruppi sportivi che sono sembrati esempi viventi di come cambiare approccio al mondo delle diverse abilità sia davvero necessario e determinante nella qualità della vita di ognuno di noi. 

Facendo un passo indietro, i festeggiamenti per la prima candelina sulla torta erano iniziati già lo scorso 19 maggio con un incontro nell'aula 210 della Curia insieme a Monsignor Delpini. un momento davvero importante per l'intensità con cui l'Arcivescovo ha saputo parlare ai membri della Consulta riuniti in presenza dopo due anni di "zoom”, rinnovando il suo mandato conferito lo scorso anno a tutte le realtà del tavolo, tra cui appunto CSI Milano. "Non posso che ringraziare per il lavoro che avete svolto ampiamente in questo anno - ha esordito Delpini- e vi invito a non mollare perché molto c'è ancora da fare per eliminare tutto ciò che è ostacolo ad un cammino inclusivo come comunità. Ci sono ostacoli materiali, come le barriere architettoniche che impediscono spesso l'accesso alle chiese o agli oratori, o pianti audio visivi che mancano e che potrebbero aiutare i non vedenti o i sordi. Forse non possediamo tutte le risorse per adeguare le strutture, ma possiamo sensibilizzare le differenti realtà affinché partecipino a bandi o si muovano in questa direzione di miglioramento in ottica di accessibilità. Ci sono però anche ostacoli più profondi come l'indifferenza... Quante volte si entra in chiesa come se si fosse soli e non in mezzo ad una comunità? Sarebbe bello e ci fosse sempre qualcuno ad accogliere e far sentire accompagnato. E poi ci sono ostacoli come le difficoltà delle famiglie, che non riescono ad avere momenti di vita privata e di sollievo dall'accudimento, e la mancanza di insegnanti di sostegno che accompagnino anche negli oratori i giovani e gli adulti con disabilità. Ecco, per abbattere tutti questi ostacoli dovremmo iniziare ad apprezzare il dono che le persone con diverse abilità possiedono, e organizzare la vita comunitaria affinché sia approcciabile da chiunque". 

Non ANCHE LORO, dunque, ma NOI. È questo il passaggio culturale epocale verso cui la consulta vuole accompagnare le comunità cristiane, le parrocchie, le associazioni, i singoli, le famiglie. "Includere non significa voler portare qualcuno all'interno di una sorta di normalità -ha spiegato la Sannipoli- ma è scegliere la relazione, l'amicizia, e se scegliamo l'amicizia dobbiamo smettere di pensare che l'altro debba essere in qualche modo "corretto" rispetto alla nostra idea di normale. Dobbiamo smetterla di pensare che chi nasce con una disabilità debba essere ricondotto ad una normalità, perché? Chi ha stabilito che ad una persona che fatica a camminare si debba per forza insegnare a farlo bene? Potremmo magari imparare noi a camminare nonostante si vada un po' zoppi. Bisogna rifiutare le categorie e comprendersi, non voler assistere ad ogni costo sempre in qualsiasi istante ma agevolare le autonomie e le indipendenze, non creare dipendenze. Dobbiamo fare alle persone con disabilità dei regali leggeri, affinché non siano insopportabili da portare, e affinché quella parte che non diamo noi la regalino loro a noi, perché di questo si tratta: scambio reciproco, incontro". 

Parole importanti e per molti non così scontate dunque, che sono suonate come un'esortazione troppe poche volte ascoltata. Allo tesso modo, come un'esortazione e come una provocazione forte, sono arrivate le riflessioni del biblista Luca Moscatelli che rileggendo Isaia ha sottolineato come spesso proprio le comunità cristiane si siano mostrate incapaci ad accogliere e ad accettare, pronte subito a rimarcare la propria identità attraverso il tratteggio dell'altro come diverso e differente. "E invece proprio noi avremmo dovuto capire meglio di altri cos sia la fragilità, la minoranza, la disabilità, poiché davanti al Vangelo siamo tutti mancanti di qualcosa ed è proprio per questa incompletezza che possiamo annunciare la Parola -ha spiegato Moscatelli- La Giustizia del Popolo di Dio si misura proprio sull'inclusione, degli ultimi, dei fragili, dello straniero".

Luca Frigerio, Giornalista ed esperto di arte, ha regalato alla sala un excursus su alcune opere di Cristoforo De Predis, miniatore del "400 che ispirò anche Leonardo Da Vinci. Sordomuto dalla nascita, De Predis resta uno dei più grandi miniaturisti dell'epoca, ma cosa ne sarebbe stato se nessuno si fosse impegnato a ricercare la bellezza dei suoi talenti e si fosse fermato alla sua fragilità? "Dobbiamo cercare costantemente la bellezza del dono che l'altro può darci, anche nell'arte, che è una delle discipline più inclusive del mondo in ogni sua forma -ha spiegato Frigerio- Ma la bellezza si sa, è difficile, non è scontata, bisogna lavorarci sopra per crearla ma anche per riconoscerla ed apprezzarla".

Al netto delle importanti riflessioni che hanno guidato la mattinata, ampio spazio centrale è stato dato alle famiglie, alle storie, ai ragazzi, alle associazioni e gruppi sportivi. Ecco allora il racconto delle relazioni di amicizia che la comunità di Carugate e di Fede e Luce ha stretto con Willy, un ragazzo rumeno, musicista e catechista, arrivato in Italia per curare problemi cardiaci complicati dalla sindrome di down. E poi l'associazione "Nessuno è escluso" di Maria Coppola e Fortunato NIcoletti, "Tu con Noi" con il progetto "la casa sulla collina" presente con Gaia Malvezzi e Don Daniele Frigerio; e il Gruppo Sportivo "Bresso 4" (foto sotto) nelle persone di Vittorio Merenda e Antonio Zambelli, con Massimiliano Gritti e Livio Cattaneo, atleti e dirigenti di calcio integrato dalle mille passioni e, nel caso di Livio, membro della consulta diocesana insieme a Federica e Marco, tutti e tre adulti diversamente abili parte attiva nel tavolo diocesano.

Dunque una settimana davvero intensa per ricordare il lavoro svolto in un anno e tutto quello che ci sarà da fare negli anni a venire: "Come CSI sediamo nella consulta insieme a FOM, Caritas, Lega del Filo d'Oro, Anffas Onlus, Pio Istituto dei Sordi, ma anche con famiglie e ragazzi con disabilità -ha spiegato Giorgia Magni, Consigliera Provinciale del comitato di Milano con delega alla Disabilità- e con tutti loro vogliamo provare a pensare ad un futuro convegno sullo sport inclusivo, che preveda sia la parte di aula con relatori ed esperti, sia la parte pratica con le diverse discipline da provare e le associazioni da conoscere. Vedremo, ma di sicuro abbiamo capito che le famiglie sentono come necessità quella dell'offerta sportiva per diverse abilità."


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