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La magia della Winners Cup

La squadra di Milano-Monza ha vinto la terza edizione

Sabato 11 maggio, sul campo da calcio del Suning Youth Development Center in Memoria di Giacinto Facchetti, è successo qualcosa di magico e di straordinario.

Alle 9.00 in punto è iniziata la musica, i ragazzi sono entrati in campo, ma quello che si sentiva non era l’inno italiano o qualsiasi altra canzone da grande evento sportivo. Erano gli inni nazionali dei paesi che, per la prima volta, hanno partecipato alla Winners Cup. Belgio, Francia, Germania, Grecia, Olanda e Spagna hanno fatto il loro ingresso con la bandiera di rappresentanza, portata con orgoglio ed emozione. Dopo di loro sono entrati in campo i “padroni di casa” suddivisi in 10 squadre: Aviano, Bari, Bologna, Bolzano, Catania, Firenze, Genova, Milano, Monza, Padova, Palermo, Pisa, Roma, Torino, Trieste e Udine.

Erano tutti lì, schierati a metà campo con lo sguardo rivolto verso le tribune a raccogliere applausi e incoraggiamento dal pubblico. Dopo il primo fischio d’inizio è stato chiaro a tutti: loro di coraggio ne hanno da vendere! 250 ragazzi, dai 15 ai 22 anni, che nella vita hanno lottato o stanno lottando contro un male terribile. 250 volti pieni di energia e voglia di vivere capaci di contagiare chiunque. Loro la partita della vita l'hanno vinta, quella della Winners Cup è la celebrazione di questa vittoria.

Abbiamo incontrato Aurora, 18 anni, frequenta il liceo linguistico e gioca a calcio per la società Speranza di Agrate. Abbiamo fatto una chiacchierata con lei, poco prima di una partita del torneo. Era impaziente di scendere in campo per il secondo anno consecutivo insieme alla squadra Milano-Monza con la maglia numero 9. Grazie allo sport ha ritrovato la speranza e l'entusiasmo. La sua voglia di restituire il dono della vita l’ha portata a scegliere di partire in missione la prossima estate con il gruppo dei volontari di CSI per il Mondo per portare la sua gioia ai bimbi di Haiti.

A bordo campo abbiamo conosciuto Andrea, che del sorriso fa il suo biglietto da visita. Ha 18 anni, arriva da Bari, frequenta il liceo classico e per il secondo anno partecipa al torneo nel ruolo di attaccante. La Winners Cup per lui è un’opportunità per tornare a giocare dopo aver vinto la partita più grande della sua vita contro una leucemia nel 2015. 

Riccardo ha 17 anni, arriva da Genova. Con molta timidezza ci ha raccontato che per lui questo torneo è un’occasione per trovarsi con gli altri ragazzi e far vedere a tutti come si riesce andare avanti nella vita, nonostante i problemi che hanno dovuto affrontare.

Giulia, Marta e Giacomo, per gli amici Jack. Hanno rispettivamente 19, 17, 19 anni. Giulia quest'anno ha partecipato da tifosa, mentre nel 2018 ha giocato con la squadra torinese. Per lei il campo da calcio è uno spazio che permette ai ragazzi di confrontarsi, di conoscersi e di interagire con altri coetanei che hanno sfidato la stessa malattia. Per Jack la Winners è un modo per incontrarsi e vivere una giornata nello spirito di fratellanza e di condivisione. Marta sottolinea che l’amicizia e la forza di andare avanti sono i valori principali di questa giornata.

Dopo la pausa pranzo all'insegna della convivialità, abbiamo incontrato un altro simpatico terzetto: Sebastiano 19 anni, Anna 20 anni, Maurizio 21 anni, giocatori del team di Padova. Per loro essere qui a correre qui con gli altri vuol dire aver già vinto e vogliono dimostrare che i momenti difficili si possono superare. Nei loro occhi la voglia di essere un esempio per gli altri e di trasmettere coraggio e fiducia. Campioni dentro e fuori dal campo, come ha ben detto Sebastiano.

Dal Belgio è arrivata anche Benedict, per il primo anno in Italia. Ha descritto questo torneo come una grande opportunità per tutti i ragazzi e, nella sua lingua madre, ha affermato sorridente di essere grata per la possibilità di vivere questo evento.

Poi è arrivata Chiara, 18 anni di Ravenna con la maglia bianca della squadra di Bologna. La sua grinta in campo è la stessa che ha nella vita, una grinta capace di caricare di energia positiva chiunque incontri il suo sguardo e il suo sorriso. Ha superato la sua battaglia e lei, prima ragazza a giocare nella Winners Cup tre anni fa, ci ha rivelato che partecipare all’edizione 2019 è un regalo per il superamento dell’ultimo intervento. Con emozione ci ricorda che lei, e gli altri 250 giganti, sono scesi in campo anche per ricordare chi, purtroppo, quella dura battaglia non l’ha vinta.

Una giornata indimenticabile per tutti, una testimonianza di uno sport capace di generare speranza e di raccontare storie di vita incredibili. Non poteva mancare il capitano della Winners Cup, Javier Zanetti. Il vice presidente dell'Inter aveva salutato i ragazzi il giorno prima durante la serata di presentazione del torneo consegnando le fasce autografate ai capitani. Ha scelto di sorprenderli ed esserci, anche in campo per condividere con loro questo momento di gioia.

Andrea Ferrari, ideatore del progetto e oncologo dell’Istituto dei tumori di Milano, ha concluso l’evento con un pensiero rivolto alle squadre: “Siete riconoscibili per la luce speciale che avete negli occhi. Voglio ricordare la storia dei ragazzi, che come voi, ce l’hanno fatta e dedicare un pensiero a chi non ce l’ha fatta”.

La squadra di Milano-Monza, dopo una sfida combattutissima ai calci di rigore ha vinto il titolo di campione della terza edizione. Al secondo posto i ragazzi di Bologna, seguiti da Genova e Roma.

La coppa l’hanno alzata tutti in questo torneo, sono tutti vincitori, vincitori nella vita.

 
 
 
 
 
 

 

 
 
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