CSI - Centro Sportivo Italiano - Comitato di Milano

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Finali che fanno riflettere...

Riflettori accesi per le prime finali della stagione. Si tratta di assegnare i primi posti delle Coppe Csi. Per capirci, una sorta di "champions league" dei nostri campionati.

Calcio a 11, calcio a 7, basket e pallavolo in campo (grazie a Settimo milanese, Desiano, Santa Rita e Lissone che hanno ospitato questo appuntamento).  Il primo ragionamento era semplice. 

Possiamo rendere le finali un po’ più belle? Immaginatele così. Campo allestito con striscioni Csi; entrata in campo con chiamata all’americana (giocatore per giocatore); inno d’Italia; i capitani delle due squadre che leggono al pubblico un documento sul fair play; i capitani che premiano gli arbitri a fine partita (con medaglia e fischietto); premiazione con musica e protocollo ufficiale.

Piccoli segni, piccoli gesti che rendono però "diverso" lo sport del Csi.

L’obiettivo è regalare ai ragazzi che si sono "conquistati " la finale un momento" bello ed indimenticabile" da vivere. 

La vera fatica è data dai numeri. Da qui alla fine della stagione si disputeranno decine e decine di finali. Garantire a tutti uno standard così è un’impresa  “impossibile"... Ma noi ci proveremo e ci impegneremo al massimo.

Il secondo ragionamento è più complesso.

Una finale è sempre una finale. La tensione agonistica si sente ed è bello e giusto che sia così. Siamo in grado di trasformare una finale in un momento che metta insieme una sana "tensione agonistica" e una dimensione di festa che per noi è irrinunciabile? 

Vedere le finali dei piccoli é stato uno spettacolo anche sugli spalti! Tifo sano, festa, allegria, tutti ad applaudire tutti.

Non è andata sempre così con i "grandi". Su tutte cito una partita svoltasi a Settimo Milanese, categoria Top Junior. Prima della gara ho ancora negli occhi la scena dei due allenatori che si abbracciano come vecchi amici: davvero bello da vedere. In campo, partita tirata, con due squadre correttissime! Questi ragazzi meritano un applauso! Sugli spalti "quattro imbecilli" rovinano tutto. Arrivano alla partita con striscioni che hanno teschi e altre frasi inquietanti e alla fine riescono ad arrivare a mettersi le mani addosso tra tifosi delle due squadre.

Qui si apre un ragionamento infinito. C’è chi sostiene che il Csi deve "cacciare" le squadre protagoniste di episodi di violenza, soprattutto quelle che non sono d’oratorio.  Per noi esiste una linea sottile tra accogliere e "mandare via". Vogliamo un Csi aperto a tutti (e non solo ai più bravi e migliori) ma non possiamo più tollerare episodi di società che si rendono protagoniste di "violenza e dintorni". Il consiglio provinciale su questo rifletterà a lungo e la sensazione è che sia arrivato il tempo di un giro di vite! 

Ma il problema é più ampio. Le squadre di domenica erano due squadre d’oratorio "doc" e - come ho detto - ragazzi e dirigenti erano davvero esemplari. 

Un conto é il genitore che in tribuna insulta l’arbitro o combina qualche sciocchezza. È un caso che c’é sempre stato. Un altro è "gruppi" di tifosi che si presentano sugli spalti (magari perché amici di un giocatore) e poi rovinano la partita. 

Dobbiamo riflettere insieme su come arginare questo fenomeno ed ogni altra possibile degenerazione che rovini una partita o una finale.

La sensazione è che al protocollo delle finali manchi un pezzo... Un pezzo che dobbiamo preparare noi ed affidare alla società sportiva. Prima di andare a giocare una finale bisogna prepararsi bene sportivamente ma anche eticamente: preparare i ragazzi, preparare i genitori, preparare gli allenatori a vivere questo appuntamento dando il massimo sul campo e come testimonianza di valori.

Qualcuno dirà: "sì, ma niente di grave, queste cose sono sempre accadute". Appunto, sono sempre accadute. Il fatto è che noi lo sport vogliamo cambiarlo un pezzettino alla volta.

Massimo Achini

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