CSI - Centro Sportivo Italiano - Comitato di Milano

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Il 4 marzo chi sarà in campo, chi in panchina e chi in tribuna

É tempo di partecipazione e di cittadinanza attiva

Cosa farà ciascuno di noi il prossimo 4 marzo?

La tentazione di starsene comodamente a casa é altissima.

Solo le parole “elezioni” e “politica” creano allergia e fanno fare ragionamenti del tipo “tanto non serve a nulla, me ne sto comodamente seduto sul divano”. Speriamo non sia così.

Abbiamo bisogno di Istituzioni capaci di comprendere sino in fondo la necessità di dare gambe, oggi, a politiche di bene comune e di centralità della persona. Abbiamo bisogno di istituzioni capaci di prendere sul serio la straordinaria valenza educativa dello sport.

Ecco perché speriamo che il “popolo delle società sportive” non resti a casa il prossimo 4 marzo. Speriamo vada a votare e che lo faccia con responsabilità e attenzione, preparandosi bene quasi come si fa per una partita.

Il Csi in 74 anni di storia non si è mai schierato politicamente e mai lo farà. Su questo vogliamo essere chiari, anzi chiarissimi. Ciò non significa non interessarsi dei rapporti con le istituzioni, al contrario! In 74 anni di storia abbiamo sempre cercato di essere una presenza viva di “cittadinanza attiva”, capace di aprire gli occhi alle Istituzioni sulle potenzialità dello sport in termini educativi e sulla necessità di stare vicino alle piccole società sportive d’oratorio e di quartiere.

Vi diamo qualche suggerimento.

Prendete i programmi di tutti i candidati alla presidenza della regione Lombardia ed andate a cercare che cosa dicono sullo sport. Scaricateli da internet, leggeteli con attenzione e fate le vostre valutazioni.

Non solo. Nell’andare a votare, date un’occhiata ai candidati al ruolo di consigliere regionale nelle liste dei vari schieramenti (di tutti gli schieramenti). Fortunatamente ci sono persone che davvero hanno vissuto la vita reale e concreta delle società sportive. Ci sono persone che sono state molto vicino allo sport di base e che ne sanno cogliere l’importanza e la necessità di sostenerlo è valorizzarlo. Non sono tantissime ma ci sono.

Abbiamo bisogno di Istituzioni che comprendano l’importanza dello sport di base. Perché questo accada abbiamo bisogno anche di persone in quelle Istituzioni che abbiano questa sensibilità e attenzione.

Il nostro Arcivescovo ha invitato tutti i 18 enni ad andare a votare. Noi, nel nostro piccolo, raccogliamo quell’invito estendendolo a tutto il popolo delle società sportive.

De Gasperi diceva che “un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alle prossime generazioni”. Abbiamo bisogno di tornare ad una politica così. Ad una politica che si occupi davvero del bene comune di una comunità e delle sue persone.

Questo non accadrà mai stando a casa e dicendo “grazie, non mi interessa”. Sabato scorso a Milano (al teatro San Babila) organizzato dal consorzio concessionari sportivi, si è tenuto l’unico incontro tra i candidati e il mondo dello sport. Si è parlato tanto (forse troppo) di impiantistica sportiva.

Abbiamo bisogno di Istituzioni che credano nel valore delle piccole società sportive come vere agenzie educative insostituibili sul territorio. Abbiamo bisogno di dare voce allo sport di base. Non è questo il tempo per restare a casa. É tempo di partecipazione e di cittadinanza attiva per dare forza allo sport come strumento educativo.


Massimo Achini

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