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Da settembre 2020, in panchina, solo allenatori abilitati

É una sfida grande. Ma è una sfida possibile

Il consiglio provinciale, lunedì scorso, ha ribadito una scelta importante presa 5 anni fa.

Da settembre 2020 potranno andare in panchina solo allenatori “abilitati”, cioè che abbiano frequentato un corso di formazione.

Dobbiamo subito sgomberare il campo da un possibile equivoco. Non si tratta di una scelta presa a cuor leggero o di una decisione che vuole mettere in difficoltà le piccole società sportive.

Al contrario. Si tratta di una scelta “pesante”, maturata e rimaturata mille volte che vuole aiutare le piccole società sportive a crescere. Proviamo a seguire un ragionamento logico.

Il punto di partenza lo conosciamo bene.

In tante piccole società sportive già trovare chi fa l’allenatore o il dirigente è un mezzo miracolo. Ci si ritrova ad essere in pochi costretti a fare mille cose. Come possiamo chiedere a qualcuno di fare anche il corso per allenatori? La domanda é lecita ed ha un suo fondamento. Che però si scontra subito dopo con un bivio che conoscete tutti bene.

Per educare alla vita attraverso lo sport, il bene bisogna farlo davvero bene. La buona volontà da sola non basta. L’allenatore è un ruolo delicatissimo e dalle infinite potenzialità ma se non “formato” con competenze psicopedagogiche e tecniche rischia altamente di fallire.

Tradotto, potrà stare in panchina a seguire i ragazzi ma non scaricherà mai a terra le potenzialità educative che ha tra le mani.

Qualcuno dice ma questa è una proposta che va bene per le società sportive grandi e strutturate. Non é così. Noi vogliamo aiutare le società sportive a crescere, grandi o piccole che siano. Anzi, le piccole ci stanno più a cuore.

Se però, piccolo, non diventa sinonimo di “improvvisato” e mi va bene così...

Un progetto educativo e la formazione dei propri allenatori (e dirigenti) devono essere obiettivi che ogni realtà (anche la più piccola) deve porsi. Con gradualità, ma deve porsi.

Sappiamo che questa storia dell’obbligatorietà è un po’ una “scossa”, ma è fatta per aiutare a far crescere tutti.

Certo serve fare le cose con buon senso, con gradualità e a misura di ciascuno. Noi ci stiamo provando.

Vediamo insieme il perché.

Questa campagna è iniziata 5 anni fa. Oggi ci sono ancora 20 mesi abbondanti davanti per mettersi a posto. Quindi nulla da fare di corsa o precipitosamente.

Abbiamo cambiato il format dei corsi. Non si tengono più in un luogo centrale ma sparsi sul territorio in modo che ne possiate sempre trovare uno sotto casa. Non solo. Mettendo insieme 15-20 persone potete chiedere di farlo nella vostra società sportiva (cioè a chilometro zero) Non solo. Alcuni corsi per allenatori durano due weekend. Quindi in due soli sabati e domeniche (ad esempio a settembre ad inizio stagione) si ottiene la qualifica. Insomma, tutte le forme di agevolazione possibile.

Non solo. Ci ragioneremo, ma varie qualifiche come quelle di insegnante di educazione motoria o di corsi Uefa saranno tenute in considerazione.

Ho fatto l’allenatore per 25 anni e conosco il modo di ragionare. Chiunque scelga di fare l’allenatore decide di dedicare una o due sere alla settimana, più la partita, ai suoi ragazzi e non rinuncerebbe per nulla al mondo a questo impegno. Febbre, problemi di lavoro, qualche fatica a casa... un allenatore “diventa matto” pur di non saltare gli allenamenti. Se fa due allenamenti alla settimana da settembre a giugno sono, più o meno, 80 sere impegnate per stare con i ragazzi.

Qui si tratta di dire: “hai ancora un anno e mezzo di tempo per scegliere di dedicare due sabati e domeniche o una decina di serate a formarti, per poter dare a tutti i ragazzi il meglio di te”. Perché di questo loro hanno bisogno. Fare il corso per allenatori è la più grande scelta di amore che un mister può fare verso i propri ragazzi. É un sacrificio, certo. Un sacrificio ragionevole, programmabile nell’arco di un anno e mezzo.

La vera questione è culturale. Dire “se si fa una proposta così non si conosce la vita e le difficoltà delle società sportive” significa dire una cosa non vera. È proprio dal conoscere bene la vita delle società sportive e dal toccare con mano, ogni giorno, le mille difficoltà che incontrano, che nasce questa proposta.

Come aiutare tutti a crescere e a superare tante difficoltà? Se non si punta seriamente sulla formazione per allenatori e dirigenti resteremo e resterete sempre quelli che siamo. I ragazzi invece hanno bisogno del meglio di ciascuno di noi.

Ripeto: due sabati e due domeniche o una decina di serate, una volta soltanto, sono un sacrificio impegnativo ma possibile per qualsiasi persona, che abbia capito sino in fondo la bellezza e la responsabilità del ruolo di allenare.

Cosa mi preoccupa? Il fatto di non metterci testa e di arrivare all’ultimo momento impreparati. Faccio un esempio. L’altra sera ero in una piccola società sportiva che mi ha chiesto di programmare, a casa loro, a settembre 2019, un corso per allenatori di due weekend. Hanno detto: “Massimo, se lo facciamo qui a casa nostra e scegliamo la data adesso per settembre 2019 e dura solo due weekend, i nostri allenatori non hanno scampo. É una proposta troppo bella perchè possano dire non ci siamo”. Questo é un modo giusto di ragionare. Metterci la testa adesso. Verificare quanti allenatori avete già formati (nell’albo ufficiale ci sono migliaia di persone che hanno già fatto il corso che concede l’abilitazione) e concordare con ogni vostro allenatore a quale corso iscriverlo da qui a settembre 2020, a seconda delle sue esigenze personali. Avrete almeno 40 corsi allenatori (da oggi a settembre 2020) tra cui potrà scegliere.

É una sfida grande. Ma è una sfida possibile. Una sfida che farà crescere tutti. Ed una sfida con la quale non vogliamo mettere in difficoltà nessuno, ma aiutare tutti a crescere insieme.

Massimo Achini

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