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Sorridete agli arbitri

Un grazie agli arbitri per il loro impegno e passione per i ragazzi e per lo sport

Questa settimana ho ricevuto una lettera particolare. Ad inviarla il dirigente di una società sportiva.

Conteneva indicazioni e suggerimenti su una serie di aspetti della vita del Csi e delle società sportive.

A colpirmi particolarmente le ultime tre righe... “mi saluti per favore l’arbitro di domenica scorsa. Era proprio bravo, sempre sorridente e capace di stemperare ogni inizio di tensione in campo. Ho pensato alla fatica e ai sacrifici che fanno a fare gli arbitri e vorrei ringraziarlo”. É proprio così.

Tutti pensiamo agli arbitri quando abbiamo qualche episodio per lamentarci. Nessuno (o quasi) ci pensa se le cose vanno bene. Diamo per scontato che l’arbitro arrivi alla partita. Diamo per scontato che sia in perfetta forma. Diamo per scontato che arbitri bene e che sbagli poco o nulla.

Diamo per scontato che abbiamo diritto a lamentarci se non é così. Proviamo a guardare le cose da un altro punto di vista.

Chi sono queste persone che fanno l’arbitro? Perché lo fanno? Di che cosa hanno bisogno?

Andiamo con ordine.

Sono persone come noi... giovani (soprattutto nella pallavolo) o padri e madri di famiglia che amano lo sport. Sono persone come i dirigenti delle società sportive che vivono una vita “normale “e che tra mille fatiche trovano il tempo per correre ad arbitrare. Perché lo fanno? Esattamente come voi perché hanno a cuore i ragazzi, i giovani, lo sport ed il CSI.

Si è vero arbitrando si prende anche una piccola diaria di rimborso spese, ma posso garantirvi con grandissimo orgoglio che nei nostri gruppi arbitri non ci sono “mercenari” che arbitrano soltanto per la diaria. Tutti, ma proprio tutti, sono orgogliosi della divisa del Csi che indossano e dei valori che rappresenta.

Fanno una vita infernale. Devono arbitrare sempre. Quando la loro giornata è andata bene, ma anche quando è andata male. Quando sono in perfetta forma fisica, ma anche quando sono un pochino “acciaccati”. Quando a casa è tutto ok, ma anche quando hanno qualche piccola preoccupazione personale. Devono farlo perché sono in pochi rispetto al numero delle partite che si disputano e non mandare buca la partita è la priorità delle priorità per tutti.

Spesso quando vengono da voi hanno già arbitrato nella stessa giornata altre gare. Dopo il “triplice fischio” sono risaliti in macchina per correre su un altro campo senza magari nemmeno fare la doccia.

Non voglio fare degli arbitri “angeli che non sono”. Voglio però che apriamo gli occhi sulla vita reale e concreta di queste persone.

Noi vogliamo avere gli arbitri migliori, sia chiaro. Per questo esiste una riunione tecnica mensile (obbligatoria), uno stage residenziale annuale di aggiornamento, momenti di formazione durante l’anno. Non solo. Esistono commissari che visionano gli arbitri durante le partite. Esistono “confidenziali” se l’arbitro fa qualche errore (una sorta di cartellino giallo per gli arbitri). Esistono persone che si occupano delle designazioni “giorno e notte”. Esiste la vita di un gruppo arbitri che é molto impegnativa e complessa. Insomma, esiste un “dietro le quinte” che voi non potete vedere e conoscere ma che va in scena ogni settimana per cercare di mandare sul vostro campo l’arbitro migliore possibile.

Veniamo al punto. Di che cosa hanno bisogno gli arbitri? Semplice. Di accoglienza, di sorrisi, di qualche stretta di mano .... se riuscite persino di un grazie.

Quando li vedete non dimenticate che avete davanti persone che sono come i vostri dirigenti. Semplicemente svolgono un altro ruolo. Persone che, come i vostri dirigenti, danno tutto, si impegnano a fondo e per motivarsi e ricaricarmi hanno bisogno di sorrisi e di qualche grazie.

Cambiamo il “protocollo” di accoglienza dell’arbitro. Quando arriva al campo mettete qualcuno ad accoglierlo. Sorridetegli e fategli capire che siete contenti di vederlo. Alla fine della partita una bella stretta di mano per dire “grazie arbitro” anche se vi ha fischiato qualcosa contro.

Vedete io non so come andrà a finire.

Tutti vogliono l’arbitro in ogni partita e si lamentano se non arriva (per fortuna oggi copriamo il 99 per cento delle partite in cui é previsto l’arbitro). I dati però dicono che fra 15 o 20 anni le partite si giocheranno senza arbitri. Semplicemente perché non c’è ne saranno più. I corsi arrivano al massimo a 10 iscritti mentre l’età media dei circa 400 arbitri che abbiamo continua a salire.

Delle due l’una. O impariamo a “coccolare bene” gli arbitri che abbiamo e a trovare giovani da avviare verso questo ruolo strano ma fondamentale, oppure anno dopo anno dovremo rassegnarci a considerare l’arbitro un lusso.

Pensate che il mio sogno invece è quello di mandare l’arbitro anche in tutte le gare del settore giovanile. Oggi è impossibile. Troppe partite e troppi pochi arbitri.

Domani chissà. Se riuscissimo a cambiare, giorno dopo giorno, la cultura verso la figura dell’arbitro, magari troveremo il modo di avere più direttori di gara e partite coperte con arbitraggio ufficiale in ogni categoria, Cosa possiamo fare subito? Ribadisco: sorrisi, strette di mano... e non dare per scontato che quello che fanno sia “normale”. Un grazie per il loro impegno e per la passione che hanno per i ragazzi e per lo sport.

Forse vi sembrerà poco, ma é tantissimo.

Massimo Achini

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