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COERENZA EDUCATIVA: PARTITE CHE TERMINANO 46 A 0 OPPURE 111 A 5, GENERANO CONTESTI EDUCATIVI?

6 febbraio

I panni sporchi si lavano in famiglia. Vero. Ma è altrettanto vero che i ragionamenti complessi si condividono fraternamente. Lo si fa per crescere e per crescere insieme. È bene ricordare che ogni settimana si disputano più di 1300 partite e più del 95% fila via liscio con tanta bellezza educativa.  Qualche fatica c’è sempre ed è normale. Di solito si tratta di qualche episodio più violento dell’accettabile, di qualche tensione e protesta. 

In queste settimane a colpire la nostra attenzione sono stati invece episodi legati ai risultati. Calcio a 7, Categoria Under 11, risultato finale 46 a 0. Pallacanestro categoria Under 12 Gold, risultato finale 111 a 5. 

Nascono due domande.
La prima ha una risposta semplice e chiara. In quelle partite, a quell’età, si è creato un contesto educativo? La risposta è decisamente no. Difficile immaginare che i ragazzi in campo abbiamo vissuto qualcosa che li ha fatti crescere (né chi ha vinto né chi ha perso). La seconda domanda è più difficile e complicata: si poteva, o si può, fare qualcosa per evitare situazioni come queste? Come CSI ci abbiamo ragionato sopra e continueremo a ragionarci. Abbiamo scelto di evitare, anche se solo in alcune categorie, l’obbligatorietà di far giocare tutti almeno un tempo perché questa norma veniva spesso “dribblata” non convocando i ragazzini e le ragazzine più indietro rispetto agli altri. Abbiamo ragionato anche su aspetti regolamentari che però ci convincono poco. 

Come allenatori in panchina si può fare qualcosa? Non vogliamo banalizzare la situazione, sappiamo che non è semplice per chi sta allenando una squadra molto forte di piccoli atleti entusiasti di segnare o fare punto, gestire una situazione simile. Non è immediato dire ai ragazzi “non fare gol” o “non fare canestro”. Una strada percorribile sta nel parlarsi, tra allenatori e con il CSI, e fare delle scelte. Sapendo che si va incontro ad una partita così qualche cosa ci si può inventare. Faccio degli esempi. Si spiega ai propri ragazzi la situazione e si decide insieme cosa fare? Si gioca la partita normalmente ma ci si inventa un terzo tempo tutto carico scambi e amicizia? Si trovano soluzioni durante il match, per impostare un gioco che non punti subito alla finalizzazione? Sono solo ipotesi. Anche come CSI se ci avvisate possiamo ragionare insieme

Sia chiaro: le due squadre sconfitte in queste gare non hanno polemizzato né si sono lamentate, e educativamente fa loro onore. Ma resta il fatto che situazioni così non ci piacciono, escono dai confini del terreno educativo nel quale vorremmo far disputare ogni partita ed ogni esperienza sportiva. Restiamo sempre più convinti che il dialogo tra dirigenti, e tra dirigenti e CSI, sia la chiave per affrontare e risolvere tante questioni. Su aspetti come questi ragioniamo insieme, magari non troveremo nessuna soluzione facile al momento, ma quello che ci sta a cuore è creare pensiero. 

Stiamo parlando di episodi isolati e potremmo fare finta di nulla. Invece ragioniamo tutti insieme perché come società sportive si cresce così, affrontando a viso aperto le fatiche educative e ragionandoci sopra. 

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