CSI - Centro Sportivo Italiano - Comitato di Milano

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Tu come stai?

Carlo é un ragazzo strano. Giocare, gioca bene. Su questo non c’é dubbio. Eppure in campo è sempre nervoso. Reagisce male quando sbaglia e se la prende con se stesso. Reagisce male quando l’arbitro gli fischia contro e lo manda a quel paese. Carlo, alterna grandi giocate a errori banali. Sul suo volto mai un sorriso disteso quando è in partita. Un passo alla volta, grazie alle sue qualità, è finito in prima squadra a soli 17 anni. 

Di allenatori ne ha cambiati tanti. Tutti o quasi gli hanno fatto la paternale, gli hanno detto “stai più calmo", "non sbagliare passaggi così semplici"... e altre frasi come queste.
Poi è arrivata la svolta. Carlo è là, seduto sul muretto a parlare con il suo mister. Da lontano non si sente cosa dicono. Ma una cosa si intuisce... Al mister non interessa come gioca Carlo, interessa Carlo, punto e basta. Il discorso deve essere andato più o meno cosi... “senti Carlo, io e te dobbiamo parlare. A me fa male vederti così nervoso in panchina. Non me ne frega niente se sbagli palloni e giocate. Mi interessi tu. Vorrei capire cosa c'è dietro quel tuo nervosismo. Anzi guarda, non voglio nemmeno capire, voglio solo dirti che io ci sono, sono qui, pronto ad ascoltarti e, se posso, aiutarti. Voglio dirti che ho fiducia in te e che ogni volta che sbaglierai o ti arrabbierai, la mia fiducia crescerà ancora di più perchè io sento che tu non sei così”.
Carlo resta spiazzato, preso in contropiede... Quelle parole e quello sguardo non sono come le parole e lo sguardo di tutti gli altri mister che ha avuto. Per la prima volta Carlo sente che al suo mister interessa lui. Non come gioca o il rischio che si faccia buttare fuori per reazioni stupide. Interessa lui. Come sta, cosa pensa, cosa sente dentro... Per la prima volta Carlo si sente importante, terribilmente importante. Allora si apre: "sai mister, io non vorrei fare così ma...". E Carlo racconta la sua vita, le sue insicurezze, le sue sofferenze, la sua voglia di cambiare senza riuscirci...

Da quel giorno, in campo Carlo è tutta un’altra cosa... Sereno, tranquillo, umile, ma sicuro di sè. Ogni tanto si gira e guarda il suo mister in panchina. Lo fa ogni volta che avverte di reagire male. Guarda il suo mister e, dentro di sè, ripensa a quelle parole: "tranquillo Carlo, qualsiasi cosa succeda io mi fido di te".
Eccola qui la vittoria di un mister del Csi. Altro che partita, campionato, coppa o qualsiasi altro trofeo.
Un muretto, dieci minuti per parlare e guardarsi negli occhi e il gioco è fatto... Entrare nel cuore di un suo ragazzo, fargli sentire che lui è "importante" non per come gioca, ma per come è. Fargli provare la sensazione di avere qualcuno che ha fiducia in lui e piano, piano, aiutarlo a vivere la vita vera.
Di questo hanno bisogno i ragazzi oggi. Di adulti che sappiano essere "buoni maestri" capaci di accompagnare i giovani dentro le fatiche e le gioie della vita vera. Per fortuna i nostri campi e le nostre palestre sono pieni di allenatori così. Non hanno grandi Palmares in fatto di trofei conquistati. Ma hanno decine e decine di ragazzi che, per tutta la vita, non scorderanno quelle chiacchierate sul muretto o quegli sguardi fatti di fiducia e di parole non pronunciate; "forza, tu sei importante per me e per la squadra. Mi vai bene come sei. Io sono qui a fare il tifo per te".

Massimo Achini

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