CSI - Centro Sportivo Italiano - Comitato di Milano

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A Sport Inside il premio Ismu-Cariplo

La cerimonia si è svolta presso l'Università Statale


 

E' stato assegnato martedì 4 dicembre al Csi Milano per il progetto “Sport Inside”, il premio Ismu - Cariplo 2018. Un riconoscimento importante che conferma la validità dell’idea che soggiace al progetto: l’attivazione di percorsi di integrazione per richiedenti protezione internazionale attraverso l’inserimento nelle squadre delle nostre società sportive. Il premio è stato consegnato nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano – in via Festa del Perdono – in occasione della presentazione del XXIV Rapporto ISMU sulle migrazioni 2018. 

La Fondazione ISMU (Iniziative e studi sulla multietnicità) è un prestigioso istituto di ricerca che, da oltre venti anni, studia e analizza i processi migratori in Italia oltre a promuovere iniziative e progetti che favoriscano l’integrazione e l’accoglienza di stranieri sul nostro territorio. Ogni anno pubblica un rapporto nazionale che fotografa il fenomeno e lo analizza da molteplici punti di vista. 

A ritirare il premio per il Csi Milano, Lucia Teormino, responsabile del progetto Sport e Profughi. Per il Csi era presente anche Marta Comi.
Sul palco, inoltre, alcuni giovani richiedenti protezione internazionale insieme al referente del progetto per conto del Consorzio Comunità Monza e Brianza, Tommaso Castoldi.
Il premio è stato consegnato da Dario Bolis, Direttore comunicazione e relazioni estene di Fondazione Cariplo.

Il Presidente Massimo Achini, nei giorni scorsi, ha dichiarato: “Siamo molto orgogliosi di questo premio. Ad averlo vinto non è il Csi, sono le nostre società sportive. Hanno aperto la porta a questi ragazzi, senza se e senza ma, facendoli sentire a casa dopo il primo allenamento. Lo sport ha questa capacità incredibile di abbattere ogni distanza o pregiudizio. Il problema dell’inserimento non è stato il paese di origine o la religione, ma il ruolo in campo e l’impegno durante l’allenamento. ll resto è la meravigliosa normalità del lato umano che lo sport sa esprimere”.

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