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Il motore di una comunità

Un sabato grandioso quello passato. Ce lo racconta un dirigente dell'Equipe 2000

Sabato pomeriggio al Villaggio Snia di Cesano Maderno si è consumato una specie di “dramma sportivo”. Per tutta la stagione è andato in scena un testa a testa avvincente tra l’Equipe 2000 e il San Francesco Cesate, nel girone F della categoria Ragazzi a 7, che necessariamente si sarebbe risolto negli scontri diretti.
La partita di andata finì 3-2 per il Cesate, con un goal in mischia dopo un ribaltamento di fronte e dopo un legno clamoroso colpito dall’attaccante dell’Equipe. Poco male, fu uno spettacolo bellissimo! Un pareggio del Cesate sul campo ostico del San Giulio Barlassina rende la gara di ritorno decisiva per il campionato.
Con i miei ragazzi aspettavamo questa partita da mesi. Clima bellissimo: oratorio invaso da ragazzini, amici dei giocatori, parenti, perfino i professori della scuola! Il presidente Pinelli dell’Equipe 2000 ha addirittura organizzato una curva con tanto di trombette, tamburi e cosiddetta sciarpata.  Partiamo subito forte, ma la palla non entra. Dopo 10 minuti un altro, l’ennesimo rimpallo, ci porta sotto. Ora dobbiamo inseguire per tutta la partita: il pallino è sempre in mano nostra, ma una straordinaria difesa ci impedisce di segnare.
Finisce così, 1-0 per il San Francesco Cesate che mette le mani sul campionato.
I miei scoppiano in lacrime, solo chi è dell’Equipe 2000 e del Villaggio Snia può capire cosa sarebbe significato vincere il campionato. Un gruppo cementato allenamento dopo allenamento, che è riuscito a superare difficoltà, purtroppo anche lutti, con la forza dell’amicizia e del rispetto reciproco.
Ciò di cui voglio parlare è l’impatto potenzialmente devastante che lo sport ha.
Vorrei fare i complimenti al San Francesco Cesate, campioni anche di lealtà. Mai una scorrettezza, solo tanta maturità sportiva. Al triplice fischio i miei ragazzi si sono buttati a terra stremati e delusi, loro invece di liberarsi dalla tensione ed esultare per un campionato probabilmente vinto si sono preoccupati di venire a salutarci, di scattare dall’altra parte del campo per andare a consolare e a complimentarsi con il nostro portiere in lacrime. Fantastico. La festa per loro prosegue negli spogliatoi al grido di “Salutate la capolista!”, con i genitori e allenatori a sgridarli per chiedere di non esagerare, e noi dell’Equipe 2000 a tranquillizzarli: “Basta che non spaccano lo spogliatoio, è giusto che esultino quanto vogliono!” sorridiamo.
Credetemi non succede ovunque, ed è stato bellissimo.
In secondo e ultimo luogo ciò che ha colpito è stato il colpo d’occhio: come già descritto centinaia di persone hanno invaso l’Oratorio, sono usciti di casa, hanno invitato amici e parenti perché nel quartiere e in città girava voce che “l’Equipe 2000 si giocava il campionato”. Un richiamo fortissimo, più forte di feste di Paese e manifestazioni istituzionali in un quartiere come il Villaggio Snia, abbandonando a se stesso. Qui l’Equipe 2000 e lo sport d’oratorio stanno funzionando da motore per tutta la Comunità. Facciamo il pieno di benzina ogni giorno, miscela formata dai valori dello sport che sono poi quelli della vita. Ed è incredibile come la squadra avversaria, in una partita così importante, ha condiviso con noi davanti a tantissimi spettatori la magia dello sport.
Per questo sabato pomeriggio è stato uno spot grandioso, è stato sì un dramma sportivo come detto all’inizio, ma nella sua accezione etimologica: una storia fantastica.

Raffaele Di Staso

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