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LETTERA APERTA A DIRIGENTI ARBITRI E DIRIGENTI ACCOMPAGNATORI

15 aprile

Cari Dirigenti Accompagnatori e cari Dirigenti Arbitri,
ho deciso di scrivervi questa lettera aperta partendo dalla consapevolezza che troppo poco si parla di voi. Siete in tanti, almeno 3.300, a scendere in campo ogni settimana. Siete gente abituata all’anonimato rispetto alla ribalta di allenatori e atleti; gente che serve nell’ombra, in seconda linea, ma è fondamentale e decisiva per l’attività sportiva della società, tanto è vero che se mancate voi anche solo un giorno, si inceppa la macchina.

Avete due ruoli diversi, questo è chiaro, ma in comune avete quel desiderio forte di servire.

Il dirigente accompagnatore, che sta spesso nelle retrovie, è una figura strana che tanti derubricano erroneamente al ruolo di porta borracce, di colui che prepara la distinta, raccoglie le maglie, organizza le trasferte e media quando i genitori riportano qualche lamentela. Sappiamo bene che siete molto di più, un vero e proprio riferimento cui i ragazzi guardano e a cui tengono. Questo lo spieghiamo bene nel nuovo corso Dirigenti Accompagnatori (è già online, ci sono oltre 100 iscritti e trovate tutte le info qui), dal quale si evincono tutte le mansioni fondamentali del ruolo, centrali al punto che questa è l’unica figura obbligatoria in panchina, e se manca si blocca l’organizzazione dell’attività stessa.

Un discorso simile vale per i Dirigenti Arbitri, che svolgono un ruolo di “supplenza” in tutte quelle categorie per cui manca l’arbitro ufficiale CSI. Si tratta per lo più delle nostre categorie giovanili e per questo vi ringrazieremo sempre visto che mettendovi in gioco consentite la regolarità dei nostri campionati. Se non ci foste voi ad assumervi questa responsabilità, non si potrebbe giocare. È un ruolo scomodo, tra l’altro, che in cambio del servizio immenso che comporta, si porta a casa spesso insulti e critiche, e che vive di un equilibrio perenne nel cercare di non arbitrare a discapito della propria società sportiva per non apparire come colui che fa preferenze e avvantaggia i propri atleti. 

In un tempo in cui la dimensione del servizio è in crisi e il motore che muove molte scelte è quello dell’apparire, noi abbiamo più di 3000 tesserati e tesserate che ogni settimana vestono ruoli scomodi indossando sempre un sorriso. Se il sistema dello sport di base può sostenersi, è anche grazie a persone come voi, di cui si parla poco rispetto a quanto si dica dei presidenti e degli allenatori. Ricoprite ruoli delicati che prendete e vivete nel modo giusto facendo sempre la differenza. La vostra vita nella società sportiva, è la “vita da mediano” come cantava Ligabue, quel mediano che tutti vorrebbero avere.

Grazie di essere al nostro fianco in modo così prezioso.

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