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Seminare e ascoltare

31 maggio 2023

Come cordata educativa della Diocesi abbiamo incontrato don Antonio Mazzi. Un ragazzino di 94 anni che ha sempre da insegnare a tutti. “Don qualche consiglio per chi fa l’educatore oggi?” Risposta secca, alla don Antonio: “Vi regalo due verbi: seminare e ascoltare”.

SEMINARE vuol dire mettersi nella prospettiva che questo è il nostro compito. Seminare sulla terra buona e su quella meno buona. Seminare dove il seme può portare frutto e dove la semina è senza speranza. Seminare controcorrente, cioè avendo la forza di andare contro le mode e i pensieri dominanti del nostro tempo. Seminare tra i deboli e tra quelli che non vuole nessuno. Provate a declinare questo verbo nella vostra società sportiva. Cosa vuol dire per voi seminare? Quanto siamo disponibili ad accogliere tutti? Quanto siamo disponibili a “ricominciare” dopo un fallimento educativo? Quanto siamo disponibili a investire tempo e attenzioni su ragazzi e ragazze che creano problemi e che sono difficili da gestire? Quanto siamo disponibili ad andare a cercare ragazzi e ragazze anche fuori dai cancelli dell’oratorio o della nostra comunità? Quanto siamo disponibili a stringere relazioni con le altre agenzie educative del territorio? 

Secondo verbo che don Antonio regala a tutti noi è ASCOLTARE. “Quando ho iniziato al Parco Lambro -  spiega Don Mazzi - l’emergenza erano droga e ed eroina. Oggi l’emergenza sono gli adolescenti. Avere a che fare con loro è difficile. Volete un consiglio? Se volete spiazzarli stateli ad ascoltare. Tutte le volte che, incontrando degli adolescenti, ho iniziato a parlare io per primo ho sbagliato. Tutte le volte che mi sono messo ad ascoltarli e solo dopo ho detto qualcosa, ho combinato qualcosa di buono”. Proprio vero. Gli adolescenti hanno un desiderio immenso di essere ascoltati, presi sul serio. Hanno un desiderio immenso di sentire la fiducia di un adulto che si occupa di loro. Non lo fanno vedere, sia chiaro. Apparentemente sembra il contrario e sembra che non gliene importi nulla, ma quel desiderio c’è. Se vogliamo prenderli in contropiede, bisogna imparare ad ascoltarli. Un grande allenatore CSI non è un allenatore che vince campionati, coppe e che magari fa triplete. È un allenatore che sta ad ascoltare. E di allenatori così nelle vostre società sportive ce ne sono davvero tanti.

Don Antonio ci ha poi regalato un ultimo pensiero. “Non abbiate paura di sbagliare o del fallimento”. Persino Gesù ha “sbagliato” nella scelta di due apostoli. Il Vangelo è la storia di un seminare nonostante tutto e al di là di tutto, anche del fallimento. La storia di Exodus è la storia di tanti ragazzi e ragazze accolte e di numerosi “fallimenti”. Impariamo la lezione. Nelle nostre società sportive, raramente, è capitato di sentire ragionamenti del tipo: “La squadra dei grandi non la facciamo più perché hanno combinato pasticci”; “Quel ragazzo l’abbiamo mandato via perché era difficile da gestire”; “Da adesso in poi prendiamo solo ragazzi che conosciamo, parte della nostra comunità, perché quelli che vengono da fuori non capiscono il senso della nostra società sportiva”. Forse serve una prospettiva più larga: seminare sempre e comunque. Magari con l’energia e la determinazione di un ragazzo come don Antonio Mazzi, a 94 anni.

A don Antonio vogliamo un mondo di bene perché ha iniziato la sua avventura pastorale nel CSI, quando era a Roma. Da lì non ha mai smesso di guardare al CSI e alle vostre società sportive, con amore e con fiducia.

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