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Il progetto carcere raccontato da voi

Gli atleti dell'Arcobaleno Pavoni in campo a Monza

«La cosa davvero bella è il clima che si instaura tra i nostri ragazzi e i ragazzi detenuti, un bel coinvolgimento che non può che dar senso al percorso, ed essere positivo sia per i detenuti che finalmente possono tornare a fare sport, sia per i ragazzi, che hanno modo di misurarsi con la realtà di tutti i giorni di chi si vede privato della libertà, pagando un prezzo salato per gli errori commessi. Anche noi dello staff siamo contenti; è una crescita umana importante per tutti». E' stato questo il commento accorato che Paolo Faccini, uno dei dirigenti della società ASD Arcobaleno Pavoni, ci ha tenuto a farci arrivare dopo l'esperienza di sabato 20 gennaio, quando insieme ai ragazzi della squadra Open A, ha disputato un amichevole di calcio a 7 nella Casa Circondariale di Monza

I ragazzi si sono preparati all’amichevole con un primo incontro insieme a Lucia Teormino, responsabile del Progetto Carcere, durante il quale hanno avuto l’occasione di confrontarsi sul significato di questa iniziativa e sul perchè il CSI continui dopo anni a portarla avanti con convinzione. «Comprendere cosa significhi la privazione della libertà, delle abitudini quotidiane come ad esempio l'utilizzo del cellulare, è qualcosa che fatto fino in fondo, per calarci nella vita e nel quotidiano di questi ragazzi che per un percorso di vita complicato si ritrovano a dover scontare una pena» ha proseguito Faccini.

Sabato scorso per i giovani della Pavoni è finalmente arrivato il momento di scendere in campo, e dopo i controlli di rito all’interno della Casa Circondariale hanno incontrato i ragazzi detenuti che fanno parte della squadra del carcere, con cui hanno poi disputato ben tre partite in una mattinata. L’entusiasmo e la voglia di partecipare hanno permesso a tutti di andare oltre la difficoltà di giocare su un campo poco praticabile, pieno di buche e pozzanghere, che meriterebbe il sostegno di qualche filantropo che possa aiutare a sistemare il manto. La mattinata di sport si è poi conclusa con un ultimo momento di condivisione con una breve merenda tutti insieme, squadre e staff. 

«Siamo contenti di questo gruppo di ragazzi. Si riesce a lavorare bene, e accettano volentieri di confrontarsi anche con queste esperienze. –  ci scrive ancora Paolo Faccini, nelle considerazioni al termine della giornata - È stato un gesto semplice, che non ci è costato molto, ma sono le cose semplici di tutti i giorni che fanno la differenza, e oggi abbiamo fatto qualcosa di importante, di significativo».

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