CSI - Centro Sportivo Italiano - Comitato di Milano

Apple Store Google Play Instagram YouTube Facebook
Chi siamo  /   Link utili  /   Fotogallery  /   Contatti e sede

La questione mondiale dello sport si chiama genitori

Nei prossimi mesi faremo uscire un sussidio su questo tema

É capitato ancora. Non nei nostri campionati e non a Milano. Ma questo non conta. 

Partita di ragazzi under 12. Giocano, si divertono. Ad un certo punto dagli spalti si sente urlare “spaccagli le gambe!”.

É un papà che sta dando “suggerimenti” al proprio bambino.

Il mister della squadra avversaria che cosa fa? Ferma la partita e ritira la sua squadra. 

“Di fronte a certe cose - dichiara - non si può far finta di nulla. Se andiamo avanti così non so dove andremo a finire”.

Come dargli torto? Certo si tratta di episodi isolati, ma nemmeno troppo. 

La fatica del rapporto con i genitori esiste in ogni società sportiva. Ad ogni mister della terra é capitato, prima o poi, di dover gestire momenti  di tensione con qualche papà o qualche mamma. Gli episodi gravi per fortuna sono limitati, ma quasi impossibili da debellare.

C’è una domanda alla quale è difficile trovare una risposta. Perché, a volte, un papà o una mamma che nella vita fanno il farmacista, l’avvocato, l’operaio, il medico ecc., un papà e una mamma che sono “brave persone” che vogliono bene a loro figlio, in tribuna, di fronte ad una partita in un campetto di periferia, a volte letteralmente “impazziscono” vivendo disturbi di doppia personalità e tirando fuori il peggio di sè? Si potrebbe ragionare per ore su questo aspetto.

C’è poi una seconda domanda che richiede invece risposte concrete. Come aiutare le società sportive nel gestire il rapporto con i genitori? Quali indicazioni dare? Quali strumenti? Quali intuizioni? Ci stiamo ragionando e lo stiamo facendo approfonditamente. Non vogliamo fermarci a dichiarazioni scontate e banali. Vogliamo capire come aiutare la società sportiva a gestire questo rapporto che resta il “problema dei problemi”. Nei prossimi mesi faremo uscire un sussidio su questo tema. Non risolverà i problemi, ma aiuterà ad affrontarli.

Stiamo anche pensando ad alcune azioni o novità regolamentari che possano smuovere qualcosa e soprattutto prevenire. Non pensiamo certo al “Daspo” dell’oratorio,  al contrario ad azioni di sensibilizzazione educativa che aiutino i genitori prima della partita a ricordarsi che non hanno il diritto di rovinare la gara dei propri ragazzi.

Ci preme infine ricordare una cosa. Nella nostra società fa sempre più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. É normale sia così. Vogliamo però anche ricordare che ci sono (e ci sono eccome) anche quei genitori ai quali bisognerebbe dare una medaglia. Sono quelli che lavano le maglie, che danno una mano, che preparano le torte, che lavano gli spogliatoi, che segnano il campo, che organizzano compleanni tra compagni di squadra, che corrono a consolare un ragazzo (anche se non é il loro figlio ) quando sbaglia...

Detto questo, tanto per stare nell’attualità nei nostri campionati, un ultimo caso di tensione si è verificato qualche settimana fa quando una squadra é andata a giocare in una palestra d’oratorio dove per regolamento (da anni) non erano ammessi cani. Apriti cielo. Si é rischiato di non giocare la partita perché quel genitore di lasciare fuori il proprio cane non ne voleva proprio sapere. Il fatto che si fosse creata tensione e che 24 ragazzine rischiavano di non giocare tornando a casa deluse, a lui non interessava...

Il tema genitori é di una complessità immensa e non può essere affrontato banalizzando. Ci torneremo sopra. Un piccolo suggerimento é quello di effettuare prima di ogni partita la “chiama genitori”. Piuttosto che lasciarli andare in tribuna come capita prima della partita, il dirigente accompagnatore li riunisce tutti, offre un bel caffè e fa un discorsino chiaro e sintetico. Da fare non una volta ogni tanto, ma prima di ogni partita. Qualcuno suggerisce anche di nominare un “capitano genitore” al quale affidare il compito ufficialmente di farsi garante dell’atteggiamento in tribuna dei genitori della propria squadra. Chi l’ha utilizzato dice che un po’ funziona. Piccole azioni concrete di prevenzione che possono aiutare.


Massimo Achini

Eventi, Attività, News