CSI - Centro Sportivo Italiano - Comitato di Milano

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L'oratorio, motivo d'orgoglio dello sport italiano

Forse non tutti sanno che il football sbarca in Italia approdando in Oratorio.

Siamo intorno alla fine del 1800 (il Milan, ad esempio, viene fondato nel 1899) quando in un convegno degli oratori si parla della diffusione tra i ragazzi di questa disciplina che arriva dall’Inghilterra e ci si interroga sulla sua valenza educativa. Tutti sanno invece che c’è stato un tempo nel quale “sportivamente parlando” tutti sono cresciuti in oratorio.

A partire dal dopoguerra, per decenni, si è iniziato a giocare in oratorio. Generazioni di campioni sono nati lì: da Rivera a Scirea; da Trapattoni a Mondonico; da Bergomi ad Albertini, solo per fare qualche esempio.

Soprattutto generazioni e generazioni di cittadini sono cresciute incontrando i veri valori della vita tirando quattro calci al campetto dell’oratorio.

Erano altri tempi, erano anni in cui si correva in oratorio appena finita la scuola e si tornava a casa quando era buio. Non esistevano i telefonini e il “richiamo” era la mamma affacciata sul balcone che urlava arrabbiata che la cena era pronta.

È bello ricordare che per lunghi decenni l’oratorio ha costituito l’asse portante dello sport italiano. Ma oggi? Che ruolo ha l’oratorio nello sport italiano? É cambiata la società, sono cambiate tante cose... ma la sostanza é rimasta sempre la stessa. Da un lato “lo sport é di casa nella Chiesa” nel senso che un oratorio che valorizza lo sport è un oratorio che in termini educativi ha una marcia in più.

Papa Francesco (7 giugno 2014) ci ha ricordato che “se in Parrocchia manca il gruppo sportivo, manca qualcosa”. Dall’altro, “la chiesa é di casa nello sport”, nel senso che oggi più che mai l’oratorio é chiamato ad essere centro permanente di gravità del sistema sportivo italiano.

Come tutte le esperienze educative, lo sport in oratorio deve essere fatto bene. L’idea di uno sport alla viva il parroco appartiene ad una visione distorta. Servono allenatori e dirigenti preparati; serve una buona qualità organizzativa; serve un vero progetto educativo; ma, soprattutto, serve mettere al centro i ragazzi (e non lo sport) che per l’oratorio sono pane quotidiano.

I gruppi sportivi d’oratorio sono cresciuti tanto in questi anni e dobbiamo esserne orgogliosi. Debbono esserlo i ragazzi, gli allenatori, i dirigenti, i “don” e tutti quelli che danno una mano.

Non siamo quelli di “serie B”, ma esattamente il contrario. Siamo speranza e luce di tutto lo sport italiano. Siamo quelli chiamati a giocare la partita più importante e difficile. L’unica che davvero non puoi permetterti di perdere: quella di educare i ragazzi e i giovani.

Le parole di Gedda (fondatore del Csi nel 1944) erano chiare. “Per le società sportive del Csi far crescere dei campioni é un obiettivo troppo modesto. A noi interessa utilizzare lo sport per far crescere generazioni di bravi e onesti cittadini".

Massimo Achini

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