CSI - Centro Sportivo Italiano - Comitato di Milano

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Lo sport che fa miracoli

18 luglio

Carissimo Presidente,
prima della pausa estiva sento il "bisogno e il piacere" di scriverTi per salutarTi personalmente. La stagione sportiva é ormai alle porte e Tu e i Tuoi collaboratori siete attesi da un periodo di meritatissima "pausa sportiva" sino alla fine di agosto quando tutto si rimetterà in moto.
Non è esattamente così perche ormai i tempi della vita associativa sono "no stop". Ti ricordo ad esempio che abbiamo già aperto le iscrizioni (affiliazioni) per la prossima stagione sportiva e che puoi provvedere comodamente da casa online senza aspettare settembre. Tornando alla "pausa estiva" , questa é l’occasione per rileggere i mesi intensi e indimenticabili che la Tua società sportiva si lascia alle spalle. Una fatica immensa, ma anche una gioia dieci volte più grande. Tu e tutti i Tuoi collaboratori siete stati produttori di bene educativo; avete vissuto emozioni e sensazioni che non si possono raccontare; avere dato testimonianza di servizio; avete fatto vincere lo sport (quello vero); vi siete presi cura dei vostri ragazzi e delle vostre ragazze come solo i veri educatori e i giganti nella vita sanno fare; avete ora ricordi che resteranno indelebili nella vostra vita e in quella dei ragazzi. Tutto questo e tanto altro c’è nello zaino della stagione sportiva che si é conclusa. Non vedevate l’ora di arrivare alla fine della stagione (per stanchezza), ma ora i vostri ragazzi cominciano già a mancarvi un po’ e non vedete l’ora di ricominciare.
Il mondo di oggi ha perso la bussola. Quello che é accaduto recentemente a Nizza e in Turchia non ha bisogno di commenti. Serve ricostruire una nuova umanità mondiale. E voi proprio  questo siete: artigiani di una umanità che - attraverso lo sport - conquista la vita della gente! Siete segno di speranza nel mondo di oggi. Siete luce per il buio della società di oggi.

TI  lascio una piccola storia vera che parla di un "miracolo" realmente accaduto. Questa è la storia vera di una bambina di otto anni che sapeva che l'amore può fare meraviglie. Il suo fratellino era destinato a morire per un tumore al cervello. I suoi genitori erano poveri, ma avevano fatto di tutto per salvarlo, spendendo tutti i loro risparmi. Una sera, il papà disse alla mamma in lacrime: "Non ce la facciamo più, cara. Credo sia finita. Solo un miracolo potrebbe salvarlo". La piccola, con il fiato sospeso, in un angolo della stanza, aveva sentito. Corse nella sua stanza, ruppe il salvadanaio e, senza far rumore, si diresse alla farmacia più vicina. Attese pazientemente il suo turno. Si avvicinò al bancone, si alzò sulla punta dei piedi e, davanti al farmacista meravigliato, posò sul banco tutte le monete. "Per cos'è? Che cosa vuoi piccola?".
"È per il mio fratellino, signor farmacista. È molto malato e io sono venuta a comprare un miracolo". "Che cosa dici?" borbottò il farmacista.
"Si chiama Andrea, e ha una cosa che gli cresce dentro la testa, e papà ha detto alla mamma che è finita, non c'è più niente da fare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Vede, io voglio tanto bene al mio fratellino, per questo ho preso tutti i miei soldi e sono venuta a comperare un miracolo".
Il farmacista accennò un sorriso triste. "Piccola mia, noi qui non vendiamo miracoli". "Ma se non bastano questi soldi posso darmi da fare per trovarne ancora. Quanto costa un miracolo?". C'era nella farmacia un uomo alto ed elegante, dall'aria molto seria, che sembrava interessato alla strana conversazione. Il farmacista allargò le braccia mortificato. La bambina, con le lacrime agli occhi, cominciò a recuperare le sue monetine. L'uomo si avvicinò a lei. "Perché piangi, piccola? Che cosa ti succede?".
"Il signor farmacista non vuole vendermi un miracolo e neanche dirmi quanto costa … è per il mio fratellino Andrea che è molto malato. Mamma dice che ci vorrebbe un'operazione, ma papà dice che costa troppo e non possiamo pagare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Per questo ho portato tutto quello che ho". "Quanto hai?". "Un dollaro e undici centesimi … ma, sapete” - aggiunse con un filo di voce - "posso trovare ancora qualcosa".
L'uomo sorrise - "Guarda, non credo sia necessario. Un dollaro e undici centesimi è esattamente il prezzo di un miracolo per il tuo fratellino!". Con una mano raccolse la piccola somma e con l'altra prese dolcemente la manina della bambina.
"Portami a casa tua, piccola. Voglio vedere il tuo fratellino e anche il tuo papà e la tua mamma e vedere con loro se possiamo trovare il piccolo miracolo di cui avete bisogno". Il signore alto ed elegante e la bambina uscirono tenendosi per mano.
Quell'uomo era il professor Carlton Armstrong, uno dei più grandi neurochirurghi del mondo. Operò il piccolo Andrea, che poté tornare a casa qualche settimana dopo completamente guarito. "Questa operazione" mormorò la mamma "è un vero miracolo. Mi chiedo quanto sia costata …".
La sorellina sorrise senza dire niente. Lei sapeva quanto era costato il miracolo: un dollaro e undici centesimi … più, naturalmente, l'amore e la fede di una bambina.
Se aveste almeno una fede piccola come un granello di senape, potreste dire a questo monte: "Spostati da qui a là e il monte si sposterà". Niente sarà impossibile per voi (Vangelo di Matteo 17,20).

Ho condiviso con Te questa storiella perché la Tua società sportiva ha fatto - ne sono sicuro - tanti piccoli miracoli quotidiani durante l’anno ed ha aperto strade impossibili ai valori della vita . L’ha fatto con la forza di quella bambina e con la sensibilità di quel chirurgo di fama mondiale che ci ha messo un secondo a scegliere che cosa fare. Ti aspetto a settembre per vivere insieme una nuova, grande avventura educativa .

Buona estate. 

Il Presidente
Massimo Achini 

 


 

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